Leggo con stupore un articolo pubblicato ieri da DjMag a firma di Carlo Di Gaetano.
L’articolo contiene una serie di imprecisioni e false affermazioni che riconducono la nascita della licenza Dj ad un semplice bisogno di recupero budget da parte della Siae, non tenendo in assoluta considerazione l’attività delle associazioni rappresentative dei Dj, quali A-Dj, che da ormai diversi anni si impegnano per garantire ai propri associati la possibilità di svolgere legalmente la loro professione.
Personalmente ricordo di essere stata coinvolta da oltre dieci anni in quest’avventura, proprio a seguito delle istanze che diversi Dj mi hanno sottoposto, che mi chiedevano come poter svolgere regolarmente la propria professione ed evitare di essere coinvolti in procedimenti penali costosi e penosi per aver semplicemente riversato su un diverso supporto le canzoni da loro legittimamente acquistate.
Mi meraviglia che una testata di settore quale DjMag non abbia tra i suoi dipendenti persone che abbiano il benchè minimo scrupolo di informarsi prima di fornire informazioni errate e che potrebbero portare i Dj a porre delle attività illegali e contro il proprio interesse.
Ma ancora di più mi meraviglia il fatto che nei mesi passati sono stata contattata da un altro redattore della stessa testata giornalistica a cui ho risposto dettagliatamente alle domande postemi in tema di Licenza DJ e alle quali ho oculatamente spiegato tutte le motivazioni legali per le quali si è arrivati alla stesura di una licenza.
Mi chiedo: ma dove andremo a finire se chi è pagato per fornire informazioni in realtà disinforma?
Piuttosto avete letto questo articolo?
Deborah De Angelis, Presidente A-Dj