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Come cambia la musica per la proposta normativa anti-rave?

Sono molte le modifiche presentate al decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, attualmente all’esame della Commissione giustizia del Senato, tra le quali emergono quelle alla discussa norma anti-rave, oggetto di numerose critiche fin dal momento della sua pubblicazione.

Al di là delle valutazioni di merito, da un punto di vista giuridico, la formulazione della norma, infatti, è stata giudicata da molti commentatori troppo vaga e in grado di incidere su una serie indeterminata di fattispecie, quali anche manifestazioni e raduni studenteschi.

Sono stati presentati, dunque, molti emendamenti da diversi esponenti politici, che hanno coinvolto le proposte più disparate. Alcuni parlamentari hanno richiesto la soppressione della norma, sulla base del presupposto che le singole condotte che la stessa intende punire trovano già in altre disposizioni la propria disciplina. Altri hanno indicato delle modifiche al testo atte ad aggirare le accuse di incostituzionalità, lasciando però pressocchè invariato il contenuto dell’articolo. Qualcuno ha proposto anche di inserire all’interno del titolo stesso la dicitura Rave Party“, che così configurerebbe una nuova ipotesi di reato all’interno del codice penale.

Un tentativo comune e bizzarro a più proposte è stato quello di arginare gli effetti della norma esclusivamente all’ambito musicale, escludendo altre tipologie di attività. Qualcuno poi ha ancorato la punibilità anche alla violazione delle norme in materia di sostanze stupefacenti o psicotrope, mentre la menzione della violazione dell’ordine pubblico quale parametro di punibilità è stata espunta da alcune proposte di rimodulazione.

Gli ultimi emendamenti sono quelli sottoposti dal Ministro della giustizia, Carlo Nordio, al Consiglio dei ministri, il quale ieri ha dichiarato in un comunicato stampa che “con quest’emendamento al decreto-legge anti rave, il Governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire”.

Senza entrare nel merito di un’analisi specifica degli emendamenti proposti in ultima istanza, non si ritiene condivisibile la scelta di intervenire con una norma penale su un insieme di condotte che l’ordinamento già disciplina e punisce se singolarmente prese in considerazione.

Aspettiamo di commentare le modifiche che verranno discusse ed eventualmente approvate nei prossimi giorni durante l’iter di conversione in legge del decreto, ma allo stato attuale la norma continua a presentare una serie di criticità, rafforzando, anche sproporzionatamente, le pene in relazione ad un fenomeno senza che ci sia stata un comprensione approfondita dello stesso, quando ipotesi di reato che puniscono attività di occupazione e/o invasione della proprietà altrui sono già esistenti nel nostro ordinamento giuridico.

In tal senso, sarebbe auspicabile l’adozione degli emendamenti che chiedono la soppressione della norma prima che sia convertita in legge.

Image: Law by Nick Youngson CC BY-SA 3.0 Pix4free