Palazzo Madama, foto di Francesco Gasparetti rilasciata con licenza CC BY 2.0
Pubblichiamo di seguito la relazione che A-DJ ha depositato in Senato a seguito dell’audizione del 9 luglio 2020 presso la VII Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato della Repubblica Italiana in merito all’impatto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 nel settore della cultura
9 luglio 2020
Audizione dell’Associazione A-DJ presso la VII Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato della Repubblica Italiana in merito all’impatto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 nel settore della cultura
A-DJ (https://a-dj.org/) è un’associazione no profit nata nel 2008 con l’intento di tutelare, promuovere, valorizzare, nonché assicurare la migliore tutela giuridica alla categoria professionale dei DJ anche nella loro veste di autori e/o compositori, editori musicali, artisti interpreti esecutori, produttori di fonogrammi e promotori e organizzatori di eventi e festival.
L’Associazione A-DJ promuove e sostiene la preparazione e istruzione della figura professionale del DJ collaborando con scuole e accademie e promuovendo la legalità, lo studio e il rispetto del diritto d’autore.
L’associazione è stata firmataria nel 2008 del protocollo di licenza per la copia lavoro con la Società Italiana Autori e Editori (SIAE).
In armonia con quanto disposto dalla L. 14 gennaio 2013, n. 4 sulle professioni non regolamentate, nel 2013, A-DJ ha redatto e pubblicato il Codice etico del DJ (https://a-dj.org/codice-dj/) che è stato adottato anche dalle Associazioni AID e Assodeejay. L’intento è stato quello di colmare la lacuna legislativa, prevedendo obblighi e diritti in capo al DJ che è il professionista al centro della filiera economica del mondo dell’entertainment e del Clubbing e contribuire a dirimere, anche di fronte agli organi istituzionali, la differenza tra il DJ professionista e il DJ c.d. “Abusivo”. Ci rendiamo conto, però, che tale sforzo da solo non è sufficiente al fine di un inquadramento sistematico del settore che necessita di un intervento a livello normativo.
Il settore del DJing e del Clubbing rappresenta una parte fondamentale e indiscutibile della cultura contemporanea. Strumento espressivo imprescindibile per le nuove generazioni, e in dialogo costante con le altre forme artistiche (tra cui la moda, la video art, la danza e il teatro), DJing e Clubbing sono un importante attrattore socio-economico e un catalizzatore di pubblico e di turismo.
L’associazione A-DJ è da sempre impegnata per il riconoscimento del valore culturale del Clubbing e della figura professionale del DJ, promuovendo buone pratiche operative al fine di dare vita a spazi sani di condivisione e fruizione della cultura, nei quali possa svilupparsi la ricerca artistica e l’interazione tra forme d’arte.
Questo precipuo settore, inoltre, è storicamente lo spazio in cui le nuove generazioni trovano il proprio habitat espressivo ed è proprio nei confronti di costoro che l’Associazione ha da sempre rivolto molti dei propri sforzi, impegnandosi nella diffusione della cultura della legalità e promuovendo un approccio sano al mondo della notte.
In questo senso, il Codice etico del DJ ha la specifica funzione di riconoscere diritti e doveri ad una categoria che ha sempre fatto fatica a trovare dei confini definiti e che, in tal modo, può identificarsi attraverso la condivisione di regole e limiti condivisi. Perché ciò possa trovare a pieno la propria esplicazione, però, è necessario che un tale riconoscimento avvenga anche a livello giuridico e che siano le norme stesse i punti di riferimento su cui costruire un percorso professionale corretto.
Come noto, l’emergenza dovuta al diffondersi del Coronavirus ha avuto un impatto deflagrante sul mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, e l’intero settore è stato uno dei primi ad essere coinvolti nella sospensione dell’attività e, in generale, tra i più colpiti dagli effetti negativi della pandemia.
Nel corso dei mesi di lockdown l’Associazione ha svolto un incessante lavoro di sostegno della categoria provvedendo, tra l’altro, ad inviare alle forze di Governo due interventi scritti per rappresentare le istanze dei propri associati.
Le misure messe in campo per arginare la situazione contingente, sebbene apprezzabili, non sono sufficienti per una pronta e completa ripresa ed anzi, crediamo fermamente che ora sia ancor più necessario un approccio programmatico. L’emergenza, infatti, ha acuito le criticità già esistenti è per tale motivo deve necessariamente rappresentare un momento di riflessione utile ad innescare e accelerare il ripensamento del settore, esigenza peraltro già avvertita da tempo.
Crediamo in un Clubbing inclusivo, accessibile, sicuro, innovativo, sensibile alle problematiche della contemporaneità e in connessione con il resto dell’ecosistema economico e creativo, in cui il DJ si assuma le responsabilità del proprio ruolo pubblico contribuendo alla creazione di un mondo della notte che abbia le predette caratteristiche.
Perché ciò accada, riteniamo prioritario ed improcrastinabile il dovuto riconoscimento della valenza culturale del Clubbing e l’inquadramento della figura professionale del DJ nella categoria degli artisti. Ciò deve necessariamente passare attraverso la revisione delle norme della legge sul diritto d’autore, al fine di garantire un quadro normativo coerente e al passo con la realtà.
E’ anche attraverso il riconoscimento giuridico, infatti, che la categoria potrà trovare uno spazio per operare nella legalità e al contempo ottenere sostegno e valorizzazione al pari di tutte le altre figure professionali che operano nella cultura.
L’inquadramento giuridico del DJ, infatti, è un passaggio fondamentale per la più ampia rivalutazione dell’intero settore del Clubbing, e nello specifico di quelle realtà che operano nel rispetto delle norme e che pongono alla base della propria mission la ricerca artistica.
Inoltre, riteniamo fondamentale l’introduzione di una serie di misure collegate alla circostanza che spesso i DJ ricoprono al contempo più ruoli professionali.
Difatti, i DJ frequentemente svolgono l’attività di gestore di club o organizzatori di eventi e festival e da tempo sollecitano la revisione della normativa fiscale che ha imposto agli intrattenimenti musicali con programmazioni che prevedono meno del 50% di musica dal vivo nel corso di una stessa serata, l’esazione dell’imposta sugli intrattenimenti (ISI), causando un notevole e squilibrato gettito fiscale a danno di questo settore.
Con la stessa ratio, si ritiene necessario parificare l’aliquota IVA del 10%, riservata allo spettacolo dal vivo, anche agli intrattenimenti musicali eseguiti dai DJ.
I DJ, inoltre, svolgono anche il ruolo di produttori di fonogrammi ed è per tale ragione che si chiede di uniformare l’aliquota IVA del 4% prevista per i prodotti editoriali anche agli altri prodotti culturali musicali che ricoprono un ruolo parimenti rilevante nella crescita e nello sviluppo della collettività.
In conclusione, riteniamo che queste misure possano considerarsi solo i primi, ma indispensabili passi, per agevolare la ripresa della filiera, ma al contempo rileviamo la necessità di instaurare un tavolo condiviso che approfondisca lo studio di una riforma organica e sistematica dell’intero settore.
In tal senso, abbiamo accolto con favore l’intenzione del MiBACT di indire gli stati generali generali della Musica, a cui abbiamo già presentato istanza di partecipazione, e confidiamo che tale iniziativa possa essere la più inclusiva possibile, coinvolgendo l’intera filiera dello spettacolo e dell’intrattenimento. E’ solo, infatti, attraverso l’interazione e coesione di tutte le forze in gioco che sarà possibile dare vita ad un ecosistema sano e funzionale alla rinascita del settore culturale del nostro Paese.
PROPOSTE DI INTERVENTO LEGISLATIVO
I. Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633:
A) all’art. 80, comma 1, dopo la parola: “i musicisti” è inserita la seguente: “i disc jockey – DJ”;
B) dopo l’art. 80 è inserito l’art. 80 bis che testualmente recita: 1. “Riveste la qualifica di disc jockey – DJ l’artista che, attraverso la scelta personale e la conoscenza teorico/pratica di carattere musicale ed elettronico, esegue in pubblico, in un’unica sequenza, più brani musicali lecitamente acquisiti, in qualsiasi formato e in un unico flusso, grazie all’utilizzo di strumenti audio analogici e/o digitali o con qualsiasi altra tecnologia, coinvolgendo il pubblico presente. 2. Il disc jockey – DJ nell’esercizio della sua attività professionale di esecuzione in pubblico di brani musicali lecitamente acquisiti, in qualsiasi formato e con l’uso di qualsiasi tecnologia, ha diritto a riprodurre gli stessi ad uso professionale e a eseguirli in pubblico, senza la corresponsione di alcun compenso ulteriore rispetto alla copia privata”.
II. Abrogazione del punto 1 della tariffa dell’Allegato A, del Decreto Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 640, come modificato dal D.lgs. 26 febbraio 1999, n. 60, (nella parte che sottopone ad imposta sugli intrattenimenti, con un’aliquota del 16%, le esecuzioni musicali di qualsiasi genere (ad esclusione dei concerti musicali vocali e strumentali) e trattenimenti danzanti, anche in discoteche e sale da ballo quando l’esecuzione di musica dal vivo sia di durata inferiore al cinquanta per cento dell’orario complessivo di apertura al pubblico dell’esercizio.
III. Aggiunta all’Allegato B, Tabella C, del Decreto Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 640, come modificato dal Decreto Legislativo 26 febbraio 1999, n. 60 del punto 6-bis:
“Esecuzioni musicali di qualsiasi genere ad esclusione dei concerti e strumentali, e trattenimenti danzanti anche in discoteche e sale da ballo quando l’esecuzione di musica dal vivo di durata inferiore al cinquanta per cento dell’orario complessivo di apertura al pubblico dell’esercizio. Conseguentemente è soppresso il punto 1 dell’allegato A”.
IV. Uniformare l’aliquota IVA del 4% prevista per i prodotti editoriali anche agli altri prodotti culturali musicali che ricoprono un ruolo parimenti rilevante nella crescita e nello sviluppo della collettività.
Avv. Deborah De Angelis
(Presidente A-DJ)